I prestiti personali così come gli stessi mutui, in Italia sono in costante aumento. Complice la pandemia del Covid-19, che ha fatto sì che gli italiani ricorressero ai ripari richiedendo più soldi alle banche o agli enti finanziari. Ma quali sono le previsioni in questo settore macro-economico?
A partire dal mese di maggio e giugno 2020 i dati per il mercato relativo ai finanziamenti segna un trend positivo. Le famiglie e i singoli cittadini sarebbero “propensi al consumo”, probabilmente anche per via dei bonus erogati dopo il Decreto di Rilancio.
Prestiti personali, finanziamenti senza busta paga e cessione del quinto sono da sempre i prestiti più richiesti in Italia, ma come sta andando il mercato post Covid?
Quali sono i prestiti più richiesti post Covid-19?
Dai vari Osservatori reperiti online si nota una maggior crescita per i finanziamenti finalizzati. Quest’ultimi hanno registrato un aumento del +245%, a seguire le richieste dei mutui con il +48% ed infine i prestiti personali con un buon +50%.
Il finanziamento finanziato è quello più ambito dagli italiani, buona parte del 30% ne avrebbe fatto domanda per poter ottenere una nuova auto. L’importo erogato dagli enti finanziari o gruppi bancari per concedere tale prestito è mediamente di 14.000€.
Anche rispetto al mese di luglio 2020 i finanziamenti personali hanno registrato un lieve aumento, segno positivo che rappresenta la voglia dei cittadini di riprendere e agevolare il consumo. Ecco i profili di coloro che hanno fatto richiesta:
- In Campania si sono richiesti più prestiti rispetto che nelle altre città di Italia, al secondo posto si posiziona la Sicilia.
- Il 50% delle richieste per ottenere liquidità proviene dalla generazione X (1960-1980), mentre con il 27% delle domande si posiziona la generazione Y (1981-1995).
Leggermente in calo la richiesta per un mutuo
Con i progetti in ballo legati essenzialmente allo smart working, al Nord Italia ci sono sempre più stanze e appartamenti sfitti in quanto molti studenti e lavoratori fuori sede sono tornati (a causa della pandemia del Coronavirus e la possibilità di seguire le lezioni online e svolgere il lavoro da casa) nella propria terra d’origine (al Meridione).
Ciò inevitabilmente causa uno spopolamento nei capoluoghi che prima godevano di un mercato immobiliare d’oro, soprattutto città come Milano e Firenze. Presso il capoluogo lombardo per una stanza da pochi metri quadri (a seconda della zona), si poteva pagare anche 600€ di canone mensile.
In un momento così delicato e particolare per l’intera economia (a livello internazionale), i mutui sono meno richiesti rispetto ai prestiti personali e finalizzati.
Le banche di Italia soffrono la crisi da 10 anni
Inutile addossare ogni colpa al Covid-19, le banche italiane per esempio, secondo dei dati estrapolati da un interessante Osservatorio dell’Agenzia Giornalistica di Italia, sono in crisi da ben 10 anni. I finanziamenti concessi alle imprese del Bel Paese sono sempre meno.
Un crollo di 186 miliardi di euro in 10 anni, che equivalgono a 20 miliardi persi ogni 12 mesi. Tale trend negativo viene evidenziato anche per l’erogazione del credito alle aziende con contratti a “breve termine”.
Ciò che invece dimostra un aumento (come già mostrato nei paragrafi precedenti), sono i prestiti alle famiglie, che ammontano complessivamente a 634 miliardi di euro. Un dato che inevitabilmente significa soltanto una cosa, i componenti familiari nel Bel Paese sono sempre più indebitati.
Per avere un’idea sul quadro complessivo del mercato finanziario post Covid-19 e dell’aumento dei finanziamenti, basterebbe consultare il Rapporto sul Credito Italiano – Trends & Insights. Ma qual è la previsione per gli anni successivi? Ci si riprenderà da questa cattiva condizione economica peggiorata dal coronavirus?