Cosa fare dopo l’Università di Veterinaria: il volontariato ambientale

Ci sono molti percorsi di studio che permettono di fare della tua passione, ovvero l’amore verso gli animali, un lavoro vero e proprio. Sicuramente, la prima facoltà che viene in mente se si vuole intraprendere un corso di studio che ha come protagonisti il benessere e la salute degli animali, è quella di veterinaria. La laurea in medicina veterinaria prevede un corso di studi di cinque anni a cui segue l’esame di stato per poter esercitare la professione. Gli sbocchi lavorativi che concerne questo ambito di studi sono innumerevoli.

Il veterinario, infatti, può: svolgere attività cliniche e chirurgiche presso le cliniche degli animali d’affezione, sia in qualità di libero professionista che alle dipendenze di soggetti terzi; attraverso le sue conoscenze, può apportare miglioramenti in materia di genetica, allevamento e alimentazione degli animali; è possibile intraprendere il percorso per diventare un consulente tecnico nella ricerca per la produzione di farmaci rivolti agli animali e per le industrie che si occupano dei mangimi a loro rivolti e via dicendo. Oltre alla laurea in veterinaria, che si occupa a trecentosessanta gradi della salute degli animali, vi sono altri percorsi che consentono di lavorare in questo settore come, ad esempio, le lauree in zoologia, in scienze naturali o biologiche, nella cura degli animali o in tecniche di allevamento animale ed educazione cinofila.

Cosa fare dopo l’Università di Veterinaria?

Dopo aver conseguito il titolo di studio, è possibile intraprendere innumerevoli percorsi. Uno di essi, sicuramente fra i più stimolanti, è il volontariato ambientale. Sono molti i Paesi in cui gli animali hanno sempre più bisogno di aiuto e di protezione. Uno stage all’estero potrebbe essere un ottimo punto di partenza non soltanto in materia di sbocco professionale, ma in quanto di esperienza volta alla crescita personale. Fra i progetti da segnalare per la salvaguardia delle specie in via d’estinzione e per la tutela e la conservazione dell’ambiente, vi sono: il programma per la ricerca sulla fauna selvatica dell’OBBIO – Observatory for Biodiversity in Brasile; le attività per la conservazione della biodiversità marina e terrestre nelle isole Galapagos in Ecuador; lo studio e il reinserimento in natura di animali dopo periodi di cattività nella riserva Taricaya in Perù; programmi di assistenza per gli animali domestici nelle cliniche in Argentina; costruzione di nuovi impianti e strutture per le cure di animali in difficoltà in Namibia; se si amano i panda, da segnalare è il centro che si occupa del loro studio e della loro osservazione in Cina.

Anche in Italia vi sono numerosi campi di volontariato per la tutela dell’ambiente e delle specie in via d’estinzione. Tra i più famosi vi sono quelli che si svolgono in Sicilia, precisamente sulla spiaggia dell’Isola dei Conigli a Lampedusa, zona in cui il lavoro è volto a proteggere i nidi della tartaruga marina Caretta caretta dalla deposizione delle uova fino alla schiusa. Da segnalare sono anche i campi anche si occupano della tutela dell’orso marsicano tra i parchi e riserve di Abruzzo, Molise e Lazio.

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