La figura di architetto è una delle più apprezzate e ad oggi il suo contributo viene richiesto in diversi ambiti, ovunque vi sia bisogno di creatività e design. Scopriamo di più sulla professione architetto, quali sono le opportunità lavorative e come aprire uno studio di architettura.
Compito dell’architetto
L’architetto svolge diversi compiti, che abbracciano diversi settori. Innanzi tutto crea, pianifica e progetta edifici e strutture, organizza idee, materiali e stili di design prima di cominciare a lavorare ad una progetto.
Una delle sue funzioni è quella di elaborare in scala immagini di edifici e strutture servendosi di software appositi. All’interno dei progetti include principi ed elementi di ingegneria e integra nella progettazione anche gli aspetti ambientali.
Redige una relazione contenente informazioni riguardanti i costi dei materiali, il personale necessario per svolgere i lavori, le autorizzazioni e altri documenti necessari e quanto tempo occorre per ultimare la costruzione.
Un altro lavoro che svolge l’architetto è quello di mettersi in contatto con nuovi potenziali clienti e collaborare anche con geometri e ingegneri durante la realizzazione delle opere.
Come aprire uno studio di architettura
Prima di aprire uno studio di architettura bisogna conseguire una laurea e poi superare l’esame di Stato per l’abilitazione alla professione. Senza di questo non è possibile iscriversi all’Albo Professionale degli Architetti della regione in cui si ha domicilio o residenza.
L’iscrizione all’albo è infatti la condizione essenziale esercitare la professione in uno studio di architettura. Dopo aver preso l’abilitazione e aver fatto l’iscrizione si può decidere se cominciare da soli la carriera oppure aggregarsi ad uno studio già avviato.
La seconda soluzione di solito è quella più congeniale per evitare di sovraccaricarsi di ulteriori responsabilità ed è anche la migliore per acquisire nel frattempo dimestichezza con il lavoro.
Una volta stabilito il tipo di attività, bisogna registrarsi presso le autorità fiscali. Come libero professionista vi è l’obbligo di aprire la partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate, di tenere la contabilità e ogni anno fare la dichiarazione dei redditi.
Per aprire la partita IVA si può fare in autonomia oppure ci si può rivolgere ad un commercialista oppure ad un Caf. In ogni caso, è necessario compilare il modello AA9/12 per la richiesta e inoltrare la dichiarazione di inizio attività entro 30 giorni dall’avvio della stessa presso gli uffici comunali del proprio luogo di residenza. La partita iva può essere individuale o associativa.
Bisogna anche versare i contributi previdenziali iscrivendosi alla Cassa di Previdenza. Iscriversi all’Inarcassa o Cassa Nazionale di Previdenza e Assistenza per gli Ingegneri e gli Architetti è obbligatorio.
Il contributo da versare sarà in base al reddito dichiarato e corrisponde al 7,25% per i primi 5 anni di attività, mentre dopo sale al 14,5%.
Bisogna anche stipulare una assicurazione professionale, obbligatoria anche questa dal 2014, e attivare la PEC, che dovrà essere comunicata all’ordine.
Spese da affrontare per l’apertura dello studio
E’ chiaro che per aprire uno studio di architettura bisogna affrontare delle spese. Se si apre in condivisione bisogna partecipare per la metà, mentre se si apre padronale le spese ricadono tutte sulla propria persona.
Nelle spese bisogna includere l’affitto del locale, dei mobili per arredarlo, delle quote da versare per l’iscrizione all’Ordine professionale degli architetti, per l’apertura della Partita IVA e per l’iscrizione a Inarcassa.
L’architetto che apre uno studio deve anche affrontare le spese legate alle attrezzature necessarie per svolgere la sua attività professionale, le spese amministrative e commerciali per acquisire i clienti e tutto quanto richiede la gestione e la manutenzione.
Sicuramente all’inizio non sarà facile, ma se si riesce ad ampliare la clientela e a farsi conoscere il successo è assicurato.